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Suddiviso per parte anatomica

Tutto quello che si può fare

Introduzione

Sebbene si pensi che la ricerca della bellezza di un viso sia affare che appartiene unicamente al sesso femminile, è chiaro come anche gli uomini aspirino a conseguire o a mantenere un aspetto giovane e fresco. Di conseguenza, anche gli interventi di natura estetica al viso – per decenni pensati erroneamente solo per le donne – sono oggi concepiti anche per funzionare su un volto dalle caratteristiche e dalle necessità diverse. Le esigenze maschili, infatti, non corrispondono pedissequamente a quelle della loro controparte femminile, ed è dunque essenziale adattare la proposta in modo che incontri il gusto e gli attributi di un viso con tratti diversi, pensando per esempio a linee più definite e a profili più marcati.

Medicina estetica e chirurgia plastica offrono oggi soluzioni studiate su misura per il viso maschile orientate al ringiovanimento, al rimodellamento e alla correzione dei principali inestetismi.

Mandibola

La definizione mandibolare è una delle caratteristiche preponderanti dell’estetica maschile rispetto a quella femminile. Il trattamento mandibolare mira allora a sottolineare la proiezione e l’angolatura del tratto senza appesantire il volto, ma rispettandone armonia ed equilibri.

Per dare valore all’angolo mandibolare, la soluzione meno invasiva è l’uso di filler che vadano a volumizzare e definire la zona.
L’acido ialuronico reticolato usato per riempire è una sostanza naturalmente presente nell’organismo, che tende a riassorbirsi nel giro di qualche mese: il trattamento non è, dunque, definitivo.
Esiste parallelamente anche un’alternativa chirurgica permanente che prevede l’impianto di grasso autologo (lipofilling) o di protesi a livello mandibolare per rimodellare il contorno della mascella e sottolinearne la squadratura.
Il chirurgo potrà indirizzare il paziente verso la soluzione più indicata alle sue esigenze, analizzando richieste, aspettative e possibilità di intervento.

Mento

La definizione del mento riveste un ruolo importante nella geometria del viso, tanto che gli interventi di aumento e rimodellamento del mento tendono a ridare nuova luce a un profilo poco definito nel suo complesso.Le procedure di intervento includono sia soluzioni chirurgiche che di tipo iniettivo.

Una revisione del mento con soluzione definitiva prevede un intervento chirurgico che può essere di mentoplastica o di genioplastica per agire in direzione di un aumento o di una riduzione del profilo per bilanciare, armonizzare o mascolinizzare le linee del viso.
Nella mentoplastica additiva si procede con l’impianto a livello sottocutaneo di una protesi (o di grasso autologo) che volumizzi l’area per valorizzare la proiezione di un mento altrimenti poco pronunciato. L’intervento riduttivo, al contrario, prevede la ridefinizione dell’osso attraverso un lavoro di limatura che vada ad ammorbidire un profilo troppo pronunciato.
A differenza della mentoplastica, la genioplastica interviene sulla continuità dell’osso con una osteotomia orizzontale, anch’essa efficace per ridisegnare i rapporti del viso e rinforzare la sporgenza del mento. La genioplastica, più invasiva, è il metodo privilegiato in casi particolari: la valutazione della fattibilità di una tecnica piuttosto che dell’altra spetta al chirurgo sulla base dell’analisi preliminare del paziente.
Rispetto alla genioplastica e alla mentoplastica additiva esiste, tuttavia, un’alternativa non invasiva e non definitiva che prevede il ricorso al filler dell’area da volumizzare, attraverso l’iniezione di acido ialuronico a livello topico. In questo modo si procede al rimodellamento delle linee del mento, anche in ottica di un ringiovanimento del viso.
In caso di doppio mento, infine, si può intervenire con un lifting che elimini il grasso accumulato distendendo i tessuti per restituire freschezza e tonicità al profilo.
Il lifting rimane l’opzione più efficace ma, in caso di accumuli adiposi meno pronunciati, è possibile intervenire con tecnologie meno invasive quali ultrasuoni e radiofrequenza con aghi con le quali l’accumulo adiposo è trattato attraverso il calore della radiazione emessa.

Labbra

La zona delle labbra può essere ridefinita per sopperire allo svuotamento dei tessuti che interviene con l’invecchiamento, anche lavorando in funzione di una sospensione del labbro superiore o per correggere asimmetrie. 

Per aumentare il volume di labbra sottili si interviene con iniezioni di filler che vadano fisicamente a riempire l’area trattata. L’acido ialuronico con cui si esegue l’operazione è una sostanza naturalmente presente nell’organismo che viene gradualmente riassorbita nel giro di qualche mese: l’intervento, dunque, non è definitivo.
In alternativa, con la tecnica del lipofilling, si può intervenire usando come sostanza volumizzante il grasso autologo prelevato dal paziente stesso, che può essere usato per ridefinire il profilo e rimpolpare le labbra. L’operazione si svolge in anestesia locale.
Infine, per rialzare il labbro superiore, si usa la tecnica del liplift con la quale si esegue un lifting del prolabio affinché si evidenzi il bordo superiore del labbro e si possa rimodellare l’arco di Cupido.

Naso

Per ottenere un rimodellamento del naso armonico esiste la possibilità di orientarsi verso soluzioni chirurgiche o verso alternative meno invasive, sebbene non definitive. La ridefinizione di forma e profilo può interessare punta, dorso o narici per correggere asimmetrie, riequilibrare proporzioni o modificare gibbosità. L’intervento al setto è invece indicato per ripristinare la corretta funzionalità respiratoria.

Le opzioni a disposizione per intervenire sull’estetica del naso sono due. Il rinofiller è una soluzione non definitiva che permette, attraverso iniezioni di acido ialuronico, di intervenire sui volumi per equilibrare, bilanciare e correggere imperfezioni senza ricorrere a interventi più invasivi. L’acido ialuronico tende naturalmente ad essere riassorbito, per cui i risultati del rinofiller sono reversibili.
La rinoplastica è invece l’intervento chirurgico che consente una revisione definitiva del naso, anche laddove il rinofiller non può arrivare. Intervenendo su osso e cartilagine, infatti, la rinoplastica consente di rimodellare il naso affinché dialoghi in modo equilibrato con il resto del viso. In caso di intervento di correzione del setto si parla di rinosettoplastica, che coniuga scopi estetici con necessità funzionali.
Lo specialista, analizzando l’inestetismo da correggere, sarà in grado di indirizzare il paziente, valutando anche la fattibilità dell’alternativa non chirurgica.

Occhi

L’area intorno agli occhi ha un’importanza strategica nella definizione del volto. La comparsa di rughe perioculari, la presenza di borse o il rilassamento delle palpebre appesantiscono lo sguardo, restituendo la sensazione di un viso affaticato. Medicina estetica e chirurgia plastica offrono soluzioni capaci di ovviare a tali inestetismi per aprire lo sguardo e ringiovanire il viso.

La comparsa di inestetismi a carico dell’area perioculare è spesso legata al fisiologico processo di invecchiamento che tende a creare rughe, a svuotare i solchi lacrimali e a provocare il cedimento delle palpebre.
Per tutte queste imperfezioni esistono soluzioni efficaci, più o meno invasive.
Le possibilità di trattamento degli inestetismi perioculari come occhiaie e rughe del contorno occhi sono diverse e vanno vagliate in base alle necessità personali. Le cosiddette ‘zampe di gallina’, le rughe d’espressione che si formano nella zona perimetrale degli occhi, rispondono ottimamente alle iniezioni botuliniche capaci di inibire l’eccessiva attività muscolare dell’area. Con la muscolatura a riposo, le rughe tornano a distendersi. In alternativa - o in combinazione -, si può lavorare sulla biorivitalizzazione del tessuto cutaneo attraverso iniezioni di sostanze come l’acido ialuronico per stimolare un rinnovamento cellulare.
I filler sono usati, invece, per riempire rughe più statiche e per rimpolpare la depressione che si viene a creare in seguito allo svuotamento del solco lacrimale. In quest’ultimo caso, un’alternativa possibile è anche quella che prevede il ricorso a grasso autologo che viene innestato con esito definitivo per riempire borse e minimizzare occhiaie.
Infine, per rispondere efficacemente al rilassamento della palpebra che, con l’invecchiamento, tende a cedere e a perdere di tono, le alternative consistono in una blefaroplastica o in una meno invasiva - e non sempre possibile - blefaro non chirurgica.
La blefaroplastica è la procedura chirurgica che, attraverso l’asportazione di cute palpebrale e grasso in eccesso, mira a sopperire al cedimento della palpebra. Può essere eseguita sulla palpebra inferiore, superiore o su entrambe per ridonare un aspetto riposato e disteso allo sguardo.
L’alternativa meno invasiva alla blefaroplastica è la blefaro non chirurgica che agisce per sublimazione dei tessuti perioculari in eccesso attraverso il ricorso a un innovativo dispositivo elettromedicale capace di generare plasma. Sebbene la blefaro non chirurgica non sia in grado di trattare con incisività le rughe più profonde, dà ottimi risultati in caso di sguardo spento e affaticato in seguito a rilassamento palpebrale.

Volto

Gli interventi che coinvolgono il viso sono mirati al ringiovanimento, al contouring e al miglioramento della texture cutanea, cui si associano interventi per minimizzare macchie cutanee e lesioni vascolari determinate da fisiologici processi di invecchiamento o dall’adozione di abitudini scorrette. Le opzioni coinvolgono proposte di natura chirurgica contestualmente ad alternative meno invasive. Attraverso una visita specialistica preliminare è possibile valutare quali siano le procedure più adeguate per rispondere alle richieste individuali.

Per avere una panoramica circa le possibilità di trattamento per una ridefinizione del viso, è bene avere chiaro quale sia l’obiettivo dell’intervento. Per trattare un viso che mostra i segni dell’invecchiamento, come rughe, lassità e peggioramento qualitativo della texture cutanea, sono a disposizione sia alternative chirurgiche che trattamenti di medicina estetica.
Il lifting è la soluzione chirurgica più indicata in caso di lassità importante poiché rimodella i tessuti eliminando l’eccesso di cute con risultati immediati.
Grazie alle tecniche iniettive, è possibile rimodellare il volto intervenendo sui volumi e sulla minimizzazione delle rughe: i filler di acido ialuronico sono utili per riempire i solchi statici e per rimpolpare aree spente e svigorite, ridisegnando gli equilibri (lifting liquido). Le iniezioni di botulino sono efficaci, invece, nel trattamento delle rughe dinamiche come quelle frontali o perilabiali. Iniezioni di soluzioni biostimolanti agiscono sollecitando un processo di ringiovanimento cellulare che si traduce in una pelle più elastica e tonica, intervenendo sul depauperamento dei tessuti.
Le tecnologie laser e la radiofrequenza agiscono in funzione di una rigenerazione cellulare, stimolando il metabolismo dei fibroblasti affinché secernano nuovo collagene che vada a migliorare la grana dell’incarnato e a tonificare la pelle per una texture cutanea più luminosa e dall’aspetto più giovane. In caso di lassità, vengono predilette tecnologie quali il laser a CO2 e la radiofrequenza con aghi.
In caso di macchie cutanee e lesioni vascolari antiestetiche, la medicina estetica si orienta verso tecnologie laser o a luce pulsata in grado di minimizzare la discromia attraverso una fototermolisi selettiva. I cromofori oggetto di trattamento - la melanina in caso di macchie, l’emoglobina in caso di lesioni vascolari - assorbono la luce dello spettro che, trasformandosi in calore, li abbatte.

Cuoio capelluto

Quando si parla di ringiovanimento non si possono tralasciare i trattamenti mirati a ripristinare il benessere del cuoio capelluto e, in particolare, delle aree che mostrano segni di alopecia o di assottigliamento e rarefazione del capello. Il medico saprà indicare con precisione la terapia più adeguata in base alla condizione specifica del paziente.

Per il trattamento di alopecia e calvizie esistono diverse opzioni di trattamento che includono alternative chirurgiche o percorsi rigenerativi. La via chirurgica persegue il trapianto follicolare prelevandolo dal paziente stesso e viene eseguito dal medico tricologo specialista.
Esistono, parallelamente, diverse terapie rigenerative non chirurgiche che affrontano il problema dell’alopecia partendo dalle diverse cause che la provocano. In questo modo si mira a stimolare la funzionalità follicolare e a migliorare, di conseguenza, la quantità e la qualità della crescita pilifera.
Affinché i trattamenti siano efficaci, è necessario individuare la causa specifica all’origine del disturbo per trattare in modo mirato l’alopecia o la calvizie attraverso terapie specifiche:
-PRP
Il plasma ricco di piastrine viene usato nella terapia contro l’alopecia poiché innesca processi di rigenerazione cellulare che vanno a migliorare l’attività dei follicoli piliferi.
-Mesoterapia
Anche la mesoterapia interviene sul benessere dei follicoli e prevede iniezioni di una soluzione attiva ricostituente che possa stimolare la crescita di capelli.
-Hair filler
Per alcuni tipi di alopecia e per trattare l’impoverimento del cuoio capelluto è possibile eseguire trattamenti di biorivitalizzazione attraverso hair filler che consistono nell’iniezione di acido ialuronico e aminoacidi per proteggere il cuoio capelluto, migliorare la circolazione sanguigna e sollecitare una rigenerazione follicolare.
-Terapia farmacologica topica
L’impiego di farmaci diversi a uso topico è utile per trattare in modo specifico le cause all’origine dell’alopecia intervenendo sulle fasi di crescita o di caduta a seconda delle necessità.
La scelta della via terapeutica da seguire spetta al medico specialista che dovrà analizzare la situazione specifica del paziente per trovare la soluzione più adatta alle sue esigenze.

Orecchie

L’intervento di correzione delle orecchie è indicato per ridefinire la forma, la simmetria, la proporzione e la sporgenza di padiglione e lobi auricolari, anche in risposta ad alterazioni presentatesi con l’avanzare dell’età. A seconda dell’area da correggere l’operazione può consistere in un’otoplastica o in una loboplastica.

L’intervento di otoplastica va a correggere quelle che vengono comunemente definite “orecchie a sventola”, lavorando sui padiglioni auricolari per rimodellare la cartilagine in modo che il risultato sia in armonia con il resto del volto.
Attraverso la loboplastica si correggono, invece, inestetismi del lobo legati soprattutto alla perdita di tono del tessuto. Invecchiamento e abitudini quali l’utilizzo di divaricatori possono alterare la fisionomia del lobo che tende, così, a manifestare lassità: l’intervento chirurgico ridefinisce l’area ricostruendone le forme originali.