L’intervento per ridurre un seno grande è piuttosto diffuso e spesso giustificato, oltre che da individuali scelte estetiche, anche da questioni di carattere posturale. In questi casi, si ricorre alla mastoplastica riduttiva quasi sempre abbinata alla mastopessi.
Un intervento chirurgico richiede alla paziente la volontà di informarsi con coscienza circa le dinamiche con cui dovrà misurarsi. Questo impegno è fondamentale affinché la decisione finale sia libera e consapevole.
In questa sede, sono state raccolte le nozioni principali in tema di mastoplastica riduttiva e mastopessi perché servano da supporto alla paziente in fase decisionale, fermo restando l’assoluta centralità della fase di consulto con il chirurgo in presenza. Nondimeno, occorre ricordare, a prescindere da qualsiasi informazione di carattere generale, che ogni paziente è a sé e che l’intervento va cucito sulle esigenze personali.
L’intervento di riduzione di un seno grande è la mastoplastica riduttiva che prevede l’asportazione di una porzione di ghiandola mammaria. In numerosi casi, la mastoplastica riduttiva può essere abbinata alla mastopessi poiché, a causa del peso, il seno tende a scendere più velocemente.
I primi risultati realistici sono visibili già a distanza di 2/3 settimane dall’intervento quando inizia a spegnersi il gonfiore fisiologico postoperatorio che ne altera l’aspetto nella fase iniziale. Per poter osservare il risultato definitivo di un seno completamente assestato, occorrono invece 6/12 mesi, in base al tipo di operazione eseguita e al metabolismo del paziente.
Il tipo di anestesia da somministrare è una valutazione importante che richiede un colloquio preliminare con il medico anestesista, il quale ordinerà anche esami specifici affinché il processo anestesiologico avvenga in tutta sicurezza. L’anestesia standard per un intervento di mastoplastica riduttiva è la sedazione, un tipo di anestesia generale più superficiale che prevede la piena incoscienza della paziente a fronte di un risveglio immediato e di una maggior tolleranza postoperatoria. L’alternativa, per i casi più importanti o per operazioni lunghe come la mastopessi con protesi riduttive, è l’anestesia generale profonda che richiede l’intubazione della paziente. Esiste, infine, anche la possibilità di un’anestesia loco-regionale orientata a una desensibilizzazione localizzata alla sola area oggetto di intervento.
La durata di un intervento di mastoplastica riduttiva è di circa un’ora e mezza.
La procedura è disponibile sia in regime di degenza che di day hospital: questa seconda opzione permette di snellire le pratiche ospedaliere per consentire alla paziente di seguire l’iter postoperatorio con la serenità di casa propria.
L’intervento di mastoplastica riduttiva deve essere preceduto da una serie di visite preoperatorie fondamentali sia in termini di sicurezza chirurgica che in un’ottica di soddisfazione della paziente, la quale va aggiornata circa le reali aspettative da porsi. Nella prima visita, dunque, verranno fornite tutte le indicazioni di massima ai fini dell’intervento. A seguire, verrà fissata una seconda visita in cui si potrà entrare nel merito di aspettative e risultati. L’accesso al simulatore 3D permette di farsi un’idea circa il risultato finale auspicabile. In caso di richiesta da parte della paziente, è possibile fissare ulteriori visite preparatorie. Le visite preliminari possono anche essere tenute a distanza tramite video consulto per venire incontro alle esigenze dei pazienti che provengono da più lontano.
Un intervento di mastoplastica riduttiva ha un costo medio di 7.800 Euro anche con mastopessi concomitante.
Occorre sottolineare, a tal proposito, che la prima visita di consulto è a pagamento, mentre le successive sono gratuite. Considerando il costo non esiguo dell’intera procedura, in alcune situazioni si è reso possibile dilazionare il pagamento affinché l’intervento sia più accessibile.
In casi particolari nei quali venga accertato un disturbo funzionale determinato dal volume del seno, l’intervento può essere coperto dal Servizio Sanitario Nazionale o dall’assicurazione personale previo certificato firmato dal fisiatra o dall’ortopedico.
L’intervento di mastoplastica è un’operazione chirurgica che richiede un iter post chirurgico attento e meticoloso. Il paziente dovrà, dunque, seguire con precisione le indicazione fornite dall’equipe medica affinché il recupero avvenga in tempi e modi soddisfacenti. Nell’immediato postoperatorio e per i successivi 2-3 giorni, la paziente potrà avvertire dolore e gonfiore nella zona operata che andranno trattati con una terapia farmacologica precisa delineata dall’equipe medica. Il gonfiore è un processo assolutamente fisiologico che andrà ad attenuarsi nel giro di una decina di giorni. I drenaggi e la prima medicazione andranno rimossi nelle ore successive all’intervento. È importante, in questa fase e per circa un mese, indossare un reggiseno contenitivo utile per ridurre l’edema e seguire un regime di riposo per qualche giorno. Già dopo i primi 4 o 5 giorni, sarà possibile riprendere alcune attività leggere - come guidare - mentre per un’attività fisica più sostenuta occorrerà attendere circa un mese. Attenzione ai pesi, che non andranno sollevati per la prima settimana: niente casse d’acqua, spesa e oggetti pesanti. Istruzioni più precise verranno comunque fornite sia in fase preoperatoria che durante la dimissione del paziente.
L’intervento di mastoplastica lascia una cicatrice: è inevitabile. Mentre nel caso della mastoplastica riduttiva tale problema è del tutto trascurabile poiché si segue il perimetro dell’areola, in caso di concomitante mastopessi la cicatrice potrebbe essere più visibile poiché è d’obbligo l’uso della tecnica a T. Appurato ciò, la componente reattiva personale gioca un ruolo fondamentale: laddove il processo di guarigione dovesse provocare cicatrici più visibili, come nel caso delle ipertrofiche, delle diastastiche e delle cheloidee, esistono tecnologie laser molto efficaci in grado di ridimensionarle.
L’intervento di mastoplastica riduttiva è risolutivo, sebbene non si possa escludere in via categorica la formazione di nuovo tessuto mammario che possa compromettere il risultato ottenuto, aumentando le dimensioni del seno.
È sempre opportuno dichiarare eventuali patologie pregresse, soprattutto se legate a disfunzioni di coagulazione o vascolarizzazione. L’equipe medica, ad ogni modo, prescriverà alla paziente tutti gli esami propedeutici necessari.
Un’operazione di mastoplastica riduttiva non sempre compromette la funzionalità ghiandolare dunque potrebbe non inficiare un eventuale allattamento. L’indicazione, però, è quella di attendere almeno 6 mesi per la ricerca di una nuova gravidanza.
Prima dell’intervento verranno prescritti esami specifici - ematochimici ed elettrocardiogramma - comuni a tutti gli interventi chirurgici. Per un intervento di mastoplastica riduttiva è inoltre fondamentale eseguire una mammografia o, in combinazione, un’ecografia mammaria per appurare la salute del seno.